La vita media di un gatto si aggira intorno ai quindici anni, con punte massime che possono arrivare, in rari casi, anche fino verso i venti anni, ricordando comunque che dopo i dieci anni l'animale viene considerato anziano e come tale più vulnerabile verso numerose patologie.
Gli esemplari domestici di razza, selezionati dagli allevatori per avere determinati caratteri, di frequente ereditano nel loro patrimonio genetico anche aspetti negativi, che condizionano l'insorgenza di varie malattie.
Pertanto i gatti di razza spesso hanno una minore durata media di vita.
Bisogna anche tenere presente che questi animali sono in grado di adattarsi alle situazioni più insidiose e pericolose in quanto estremante adattabili all'ambiente esterno e dotati di un forte istinto di sopravvivenza.
Ovviamente la longevità dipende in massima parte dallo stile di vita, recentemente si è assistito ad un progressivo allungamento del periodo della loro esistenza, nella maggior parte dei casi causato dal miglioramento dell'alimentazione e dalle maggiori attenzioni dei proprietari.
Fattori che influenzano la durata di vita nel gatto domestico
Vi sono alcuni fattori che influenzano la longevità di un gatto.
Sterilizzazione
Un esemplare sterilizzato, a causa delle sue mutate abitudini e della maggiore stanzialità, viene esposto a minori rischi ambientali ed, incontrando meno pericoli, sviluppa poche possibilità di contrarre malattie rispetto ad un soggetto intero; pertanto le sua vita media tendenzialmente ha una durata piuttosto lunga.
Alimentazione
Questo è sicuramente il fattore più importante per la durata della vita dell'animale; una dieta squilibrata può determinare incontrollati aumenti di peso che producono una pericolosa tendenza all'obesità.
È risaputo che un esemplare in sovrappeso può sviluppare alcuni disturbi metabolici, come il diabete, molto pericolosi per la sua sopravvivenza.
Un corretto regime dietetico deve comprendere alimenti ricchi di proteine di origine animale: i gatti sono carnivori che non possono nutrirsi con prodotti vegetali, verso cui non possiedono alcuna capacità digestiva.
È inoltre preferibile utilizzare cibi umidi, per favorire il processo di idratazione, in quanto questi animali non avvertono lo stimolo della sete e facilmente possono andare incontro a squilibri idrici e disidratazione.
Secondo molte ricerche scientifiche in ambito nutrizionistico, per la salute del gatto è indispensabile che la sua alimentazione comprenda prodotti contenenti taurina, un aminoacido essenziale che l'animale non è in grado di sintetizzare. Senza tale sostanza molti processi metabolici vengono alterati e l'animale rischia di ammalarsi anche gravemente.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è rappresentato dall'alternanza tra cibi umidi e secchi, per garantire la massima varietà di elementi nutrizionali ed anche per stimolare l'appetito dell'animale.
Sono da limitare al massimo sia i grassi che i carboidrati, poiché i gatti non possiedono gli enzimi necessari per l' assimilazione, ed un'alimentazione che comprenda tali sostanze danneggia notevolmente il loro apparato digerente.
Anche i cereali sono mal tollerati dal loro intestino che non è predisposto alla metabolizzazione di tali alimenti e che spesso li lascia indigeriti, con la possibilità di provocare dannose forme di allergie; quindi è sempre preferibile optare per cibi grain-free.
Movimento
Il gatto è, per sua natura, un animale molto indipendente, che ama perlustrare l'ambiente circostante mediante lunghe passeggiate; questa abitudine si rivela estremamente vantaggiosa per la sua salute poiché contrasta la tendenza al sovrappeso, un fattore moto rischioso per la sua sopravvivenza. Un animale dinamico, con un peso corporeo nella norma, che compia regolarmente passeggiate quotidiane possiede quindi tutti i requisiti indispensabili per vivere a lungo nelle migliori condizioni.