Gas radon nelle abitazioni: strategie di monitoraggio per la tutela della salute

Il gas radon, un inquinante radioattivo naturale, è oggi considerato una delle principali minacce alla salute all’interno delle abitazioni. Emesso principalmente dal terreno, questo gas incolore e inodore può infiltrarsi nelle case, rappresentando un rischio per gli occupanti.

Diversi studi, tra cui quelli riportati da Harmat, hanno dimostrato la pericolosità del radon, motivo per cui un monitoraggio adeguato è essenziale per la tutela della salute. In questo articolo verranno illustrate le principali strategie per il monitoraggio e la gestione del gas radon, con uno sguardo alle tecniche di misurazione e alle norme italiane.

Cos’è il gas radon e perché è pericoloso nelle abitazioni

Il radon è un gas radioattivo che deriva dal decadimento naturale dell’uranio presente nel suolo e nelle rocce. Sebbene sia naturalmente presente in atmosfera, può accumularsi in concentrazioni elevate in ambienti chiusi, come le abitazioni.

Gli effetti sulla salute di un’esposizione prolungata al radon sono significativi: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo ha infatti collegato a un aumento del rischio di sviluppare tumori ai polmoni, rendendo il suo monitoraggio nelle abitazioni particolarmente importante.

Un aspetto che rende il monitoraggio essenziale è l’invisibilità e l’assenza di odore del radon, che può facilmente accumularsi in ambienti chiusi senza che gli occupanti ne siano consapevoli. Gli esperti consigliano di mantenere sotto controllo i livelli di radon per ridurre il rischio di esposizione a lungo termine, specialmente in zone ad alto rischio.

Fattori che influenzano la presenza di radon nelle case

L’accumulo di gas radon nelle abitazioni dipende da diversi fattori geologici, strutturali e ambientali. Tra i fattori geologici, la composizione del terreno ha un ruolo determinante: Molte rocce vulcaniche ed alcune sedimentarie , rilasciano quantità maggiori di radon rispetto ad altre.

Anche le caratteristiche strutturali delle abitazioni giocano un ruolo chiave: crepe nelle fondamenta, tubazioni, eccessiva tenuta dell’edificio e scarsa ventilazione sono tra le principali cause di accumulo.

Gli ambienti chiusi o scarsamente ventilati, simili a quelli industriali, risentono maggiormente di accumuli di sostanze inquinanti; per questo, una corretta prevenzione diventa essenziale anche a livello domestico per evitare la concentrazione di radon.

 

Metodi di misurazione del radon domestico

Il monitoraggio del radon può essere effettuato con diverse tecniche e strumenti, suddivisi principalmente in misurazioni a breve e lungo termine.

Le misurazioni a breve termine, che possono durare da una settimana ad uno/tre mesi, forniscono un’idea rapida dei livelli di radon, ma tendono a essere meno precise. Questi dispositivi sono spesso utilizzati per una valutazione iniziale.

Le misurazioni a lungo termine, che durano diversi mesi, sono considerate più affidabili poiché tengono conto delle fluttuazioni stagionali. Dispositivi come i dosimetri passivi o i monitor digitali permanenti CRM sono ideali per questo tipo di monitoraggio.

Mentre le misurazioni a breve termine possono essere utili per una valutazione immediata, quelle a lungo termine offrono un quadro più accurato e completo dei livelli di radon in casa.

Quando e dove effettuare il monitoraggio in casa

La misurazione del radon nelle abitazioni dovrebbe essere effettuata preferibilmente in periodi di riscaldamento, come l’inverno, quando la ventilazione è minore e il gas tende ad accumularsi maggiormente. I punti critici di monitoraggio includono ambienti come il piano terra o il seminterrato, poiché sono le aree più vicine al suolo, dove il radon è più concentrato.

Oltre ai periodi freddi, è importante monitorare ogni anno per osservare eventuali variazioni nei livelli di radon, poiché potrebbero dipendere da cambiamenti strutturali o climatici. Questi controlli regolari aiutano a identificare tempestivamente livelli di radon potenzialmente pericolosi.

Interpretazione dei risultati del monitoraggio

Interpretare correttamente i risultati del monitoraggio del radon è fondamentale per valutare il livello di rischio. I valori di radon sono misurati in becquerel per metro cubo (Bq/m³), un’unità che indica la quantità di radiazione emessa nell’aria.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, livelli superiori a 100 Bq/m³ richiedono attenzione, mentre livelli superiori a 300 Bq/m³ indicano la necessità di interventi di mitigazione.

In generale, più alto è il valore, maggiore è il rischio per la salute. Per ottenere indicazioni precise, è consigliabile affidarsi a esperti o ad aziende specializzate nel monitoraggio del radon, in grado di interpretare i dati e consigliare le azioni necessarie.

Strategie di mitigazione in caso di livelli elevati

In caso di livelli di radon elevati, esistono varie tecniche di mitigazione per ridurre la concentrazione di questo gas in casa. Un metodo efficace è l’installazione di sistemi di ventilazione, che permettono di rimuovere l’aria carica di radon e sostituirla con aria più pulita. Anche le barriere di sigillatura, applicate su crepe e fessure, possono contribuire a ridurre l’ingresso di radon dalle fondamenta.

Per livelli elevati, una soluzione avanzata consiste nell’adozione di sistemi di depressurizzazione del suolo, che richiedono un’installazione professionale ma garantiscono un’efficace riduzione del radon in ambienti domestici. La scelta della tecnica più adatta dipende dal livello di radon misurato e dalle caratteristiche strutturali dell’abitazione.

Normative italiane sul radon nelle abitazioni

In Italia, la normativa sul radon nelle abitazioni è regolamentata da una serie di direttive europee e leggi nazionali. Tra le principali disposizioni, il Decreto Legislativo 101/2020 stabilisce i valori di riferimento e le misure preventive per la gestione del radon negli edifici.

Tale normativa stabilisce un limite massimo di 300 Bq/m³ per le abitazioni, raccomandando l’adozione di interventi di mitigazione se i valori misurati superano questa soglia. Inoltre a partire dal 1-1-2025 le nuove costruzioni dovranno rispettare il limite di cui all’art 12 di 200 Bq/mc.

Queste normative sono fondamentali per proteggere la salute pubblica e aumentare la consapevolezza dei rischi legati al gas radon. Attraverso il monitoraggio e il rispetto delle norme, è possibile in definitiva vivere in abitazioni più sicure, minimizzando i rischi di esposizione a lungo termine.