Università tradizionali e online, studenti, facoltà: tutti i numeri sugli atenei in Italia

L'Università italiana si compone di 97 istituzioni universitarie, delle quali 67 sono Università Statali, 19 Università non statali riconosciute e 11 università non statali telematiche riconosciute. Sono dislocate lungo tutta la nazione e si trovano sia nelle grandi città sia in realtà più piccole. La proposta formativa è molto ampia e si riscontrano diversi centri specializzati e di eccellenza che consentono di avere una formazione di altissimo livello.
Ci sono infine atenei con una grande tradizione e che affondano le radici nella storia. Nonostante questa incoraggiante promessa, l'Italia risulta però penultima nella classifica europea per numero di persone laureate tra i 24 e i 34 anni, raggiungendo solo il 28% della popolazione e, osservando le ultime statistiche disponibili, la situazione non sembra migliorare.
Vediamo tuttavia nel dettaglio differenze tra università tradizionali e online, scelte degli studenti e facoltà che facilitano l'inserimento lavorativo.
 

Università tradizionali e online

Le università tradizionali e quelle online si differenziano per la modalità di erogazione della formazione. Nel primo caso, il piano di studi si compone di lezioni che si svolgono principalmente in presenza e anche con obbligo di partecipazione; nel secondo caso invece tutti i corsi si possono seguire in maniera telematica e in ogni momento della giornata, senza calendari prestabiliti. Il grande vantaggio dunque delle università telematiche come Unicusano è che si può scegliere da una lista di tipi di laurea specialistica online e iniziare il percorso seguendo le lezioni dal luogo che si preferisce. Rispetto all'università tradizionale manca tuttavia la possibilità di socializzare e di partecipare alla vita universitaria, aspetto che aiuta nella crescita personale.

 

 

Immatricolazioni: i numeri
I dati del Ministero dell'Università e della Ricerca ci dicono che per l'Anno Accademico 2022-23 si sono immatricolati 329.817 studenti e studentesse, facendo registrare un +2,2% rispetto all'anno precedente. La maggior parte degli iscritti è femminile, con 183,647 unità, rispetto ai 146,70 nuovi iscritti di sesso maschile. La lieve crescita fa ben sperare in un aumento futuro del numero dei laureati per i prossimi anni.
Rispetto al 2021 sale anche il voto medio, che si attesta a 104/110.

Il report Almalaurea 2023 conferma che gli studenti e le studentesse sono insoddisfatti dei servizi relativi al diritto allo studio, in particolare quelli collegati all'alloggio e per questo motivo stanno continuando le proteste in tenda per gli alloggi universitari, che si sono diffusi a macchia d'olio a partire dall'estate 2022.

Per i laureati è inoltre sempre più importante l'equilibrio tra vita privata e vita lavorativa e 2 studenti su 3 ritengono una priorità la stabilità lavorativa.
 

Facoltà

Per quanto riguarda le preferenze sui vari corsi di laurea, con il 30% delle immatricolazioni ci sono gli iscritti all'area STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), che diventeranno professionisti preziosi e molto richiesti per alcuni settori. Conta invece il 35% dei nuovi iscritti l'area economica, giuridica e sociale, che è tra i settori che ha un alto inserimento lavorativo e permette carriere soddisfacenti. I settori sanitario o agro veterinario contano il 17% degli iscritti e l'area artistica e letteraria il 18%. Va sottolineato lo spostamento elevato di nuovi iscritti da sud a nord, il 28,6%, e dei laureati per motivi occupazionali, il 33,3%. Per cercare di contrastare questo fenomeno, qualche giorno fa è stato presentato l'Erasmus italiano, che permette agli studenti iscritti alle università italiane di frequentare per un periodo un'altra università del paese.