In ogni tipo di acquario sono contenuti sia vegetali che fauna ittica costituita da varie specie di pesci; sono esseri viventi in grado di produrre continuamente dei materiali da eliminare, in quanto se non venissero filtrati provocherebbero gravi danni a tutto il biotopo.
Pertanto si rivela indispensabile l’impiego di uno strumento filtrante che ha il compito di allontanare le sostanze nocive dall’acqua, a volte contribuendo anche alla sua ossigenazione; il filtro realizza una duplice azione dato che, da un lato trattiene il materiale di scarto e dall’altro consente l’azione dei microrganismi (alghe e batteri) insediati al suo interno e che intervengono sul ciclo dell’azoto, trasformando i nitriti in nitrati.
Esistono due possibilità per filtrare l’acqua di un acquario: impiegare un filtro interno oppure esterno.
Filtro interno per acquario
In genere il filtro è costituito da tre componenti fondamentali:
– una pompa;
– una spugna (o lana di perlon);
– i cannolicchi, non sempre presenti;
– eventuali materiali come carbone attivo, torba, resine o zeoliti.
La pompa deve avere una portata (che è l’indice di litri filtrati per ora) adattabile alle singole esigenze; il suo funzionamento è condizionato dal tipo di materiali contenuti dentro al filtro.
La spugna può essere a grana fine oppure grossa e può essere sostituita con lana di perlon, un materiale simile all’ovatta con ottime capacità filtranti.
I cannolicchi sono strutture porose che rappresentano il substrato ideale per l’insediamento dei batteri; e vengono giustamente considerati il nucleo funzionale del filtro.
Il carbone attivo viene impiegato per assicurare una maggiore limpidezza all’acqua, per eliminare cloro ed altre sostanze tossiche, ed è utilizzabile al massimo per sette giorni, dopo di che deve essere sostituito.
Le resine hanno un impiego limitato a brevi periodi e si usano per ridurre l’eventuale presenza di ammoniaca, fosfati, nitrati e silicati.
La torba viene impiegata per abbassare il valore del pH.
La zeolite si usa per eliminare l’ammoniaca evitando in tal modo la formazione di nitriti, ma altera il corretto lavoro della porzione biologica del filtro dato che sottrae questa sostanza ai batteri. Per tale motivo viene impiegata quasi unicamente nelle vasche ad acqua marina.
L’acqua entra nel filtro tramite una o più fessure e, prima di giungere alla pompa, attraversa i differenti materiali filtranti, per poi essere reintrodotta nell’acquario una volta purificata da tutti i detriti e dalle sostanze nocive.
In commercio sono disponibili numerosi modelli di filtro interno, che rappresenta senza dubbio la soluzione preferita e più diffusa; nella maggior parte dei casi si tratta di prodotti in plastica contenenti differenti tipi di materiale filtrante interno.
Vantaggi dei filtri interni
– L’acqua non esce mai dalla vasca;
– la manutenzione è semplice ed economica.
Svantaggi dei filtri interni
– Occupano spazio nella vasca;
– alterano l’estetica dell’acquario;
– per le operazioni di pulizia bisogna mettere le mani dentro alla vasca.
Filtro esterno per acquario
Questo modello ha una struttura grossomodo simile a quella del filtro interno, con la differenza che viene posizionato all’esterno dell’acquario; attraverso un sistema di tubi l‘acqua viene prelevata dalla vasca per essere convogliata al filtro (spesso disposto sotto ad essa) e, dopo pulizia, venire rispedita nell’acquario. Quindi anche il funzionamento di questo filtro si basa sui medesimi meccanismi d’azione dei filtri interni.
Vantaggi dei filtri esterni
– Non occupano alcuno spazio nella vasca;
– possono contenere grandi volumi di materiali filtranti;
– manutenzione veloce;
– sono più performanti.
Svantaggi dei filtri esterni
– Sono rumorosi;
– maggiore consumo elettrico;
– in caso di perdite si ha fuoriuscita d’acqua dalla vasca.